Da dove viene questa magica formula che sembra racchiudere la chiave per una vita serena e piena d'opportunità?
Viene da un carmen di Orazio, poeta dell'età augustea nato l' 8 Dicembre del 65 a.C in Puglia. Alla morte di Virgilio, è proprio lui ad essere considerato il poeta più rappresentativo di quell'età. La poesia che a noi interessa è però contenuta nelle Odi composte dopo il 30 a.C, possiamo trovarvi alcune poesie, riflessioni filosofiche e descrizioni paesaggistiche. Le ricette per la felicità possono forse sembrare poco appetibili al lettore moderno: l'autosufficienza interiore, la pratica della moderazione e il mantenimento di un animo imperturbato.
Il messaggio di Orazio è chiaro:
- tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi
- finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
- temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati
- seu plures hiemes, seu tribut luppiter ultiman
- quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
- tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi
- spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida
- aetas: carpe diem, quam minimum credula postero
- Non domandarti-non è giusto saperlo-a me, a te
- quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo alle cabale babilonesi
- o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:
- se molti inverni Giove ancor ci conceda
- o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde
- del mar Tirreno. Sii saggia filtra il vino e accorcia la speranza

- perchè lo spazio è breve. Mentre parliamo, il tempo
- geloso sarà passato: cogli l'attimo, e non fidarti del domani



