martedì 9 marzo 2010

CARPE DIEM

Da dove viene questa magica formula che sembra racchiudere la chiave per una vita serena e piena d'opportunità?


Viene da un carmen di Orazio, poeta dell'età augustea nato l' 8 Dicembre del 65 a.C in Puglia. Alla morte di Virgilio, è proprio lui ad essere considerato il poeta più rappresentativo di quell'età. La poesia che a noi interessa è però contenuta nelle Odi composte dopo il 30 a.C, possiamo trovarvi alcune poesie, riflessioni filosofiche e descrizioni paesaggistiche. Le ricette per la felicità possono forse sembrare poco appetibili al lettore moderno: l'autosufficienza interiore, la pratica della moderazione e il mantenimento di un animo imperturbato.


Il messaggio di Orazio è chiaro:




  1. tu ne quaesieris, scire nefas, quem mihi, quem tibi


  2. finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios


  3. temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati


  4. seu plures hiemes, seu tribut luppiter ultiman


  5. quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare


  6. tyrrhenum: sapias, vina liques, et spatio brevi


  7. spem longam reseces. Dum loquimur, fugerit invida


  8. aetas: carpe diem, quam minimum credula postero








  1. Non domandarti-non è giusto saperlo-a me, a te


  2. quale sorte abbian dato gli dèi, e non chiederlo alle cabale babilonesi


  3. o Leuconoe; al meglio sopporta quel che sarà:


  4. se molti inverni Giove ancor ci conceda


  5. o ultimo questo che contro gli scogli fiacca le onde


  6. del mar Tirreno. Sii saggia filtra il vino e accorcia la speranza


  7. perchè lo spazio è breve. Mentre parliamo, il tempo


  8. geloso sarà passato: cogli l'attimo, e non fidarti del domani




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